(799) Le persone dovrebbero riflettere intensamente sull’estrema naturalezza con cui accadono le cose nella vita, in amore e in amicizia (in qualche modo destinate ad accadere), al fine di evitare di pretendere l’irrealizzabile. Ovunque nella vita ci sia attrito, gli atti conclusivi di un’esperienza, per quanto a lungo possa durare nel tempo, non saranno mai dei migliori.
(800) Nell’aria i pensieri sono disordinati ed informi; aspettano solo le menti giuste in grado di raggrupparli secondo un certo ordine e dar loro un senso in funzione degli schemi culturali e sociali del momento storico in cui essi si presentano. Laddove l’entropia non ha modo di trionfare, evolve, riorganizzandosi di continuo, il sapere umano.
(801) Da quando ho compreso una cosa che a parole non sarei mai in grado di spiegare, tutti i miei ricordi di vita (da quando ero bambino fino ad oggi), si sono trasformati in un unico presente senza tempo. Penso sia la sensazione più strana che un essere umano possa sperimentare. Sono ciò che ero; ero ciò che sono. Vivo nel passato, vivo nel presente, vivo nel futuro. Ora posso occuparmi, con leggerezza, dei dettagli della vita; l’essenziale l’ho già macinato e mescolato a dovere, con l’inconsapevolezza di chi porta avanti un compito, senza neppure esserne a conoscenza.
(802) Dopo trent’anni di vita passati a cercare delle “verità sconvolgenti” nel regno della fisica e della matematica, sono giunto alla conclusione che la nostra stessa mente, con la sua insondabile multidimensionalità, rappresenta una “sconvolgente verità” (che non ha bisogno di essere dimostrata, per potersi definire tale).
(803) Vorrei conoscere l’origine delle altrui passioni, per comprendere cosa non c’è in me, che avrebbe potuto rendermi diverso da ciò che sono. Ma forse non è dato vivere più vite in una sola esistenza; per cui debbo rassegnarmi al volere della mia misera ed unica ruota motrice, che mi fa avanzare sempre in una sola direzione, grazie al carburante sintetizzato da una personale manciata di passioni, a volte persino da me ignorate ed incomprese. Non c’è verso di conoscere noi stessi fino alle radici più profonde della nostra identità; rassegnamoci, siamo ciò che siamo, anche quando vorremmo essere altro.
(804) Tutti i meccanismi e le dinamiche che tra due persone portano ad una fase di innamoramento, non possono essere conosciuti a priori. Non solo sono diversi tra milioni di individui, ma persino per un solo individuo, quando ciò accade diverse volte (innamoramento), in funzione del periodo/fase della vita che sta attraversando. Non possiamo cercare l’amore; poiché semplicemente, sarebbe come cercare un oggetto che non abbiamo mai visto e di cui non conosciamo alcuna caratteristica fisica, nascosto in un luogo che non riusciamo neppure ad immaginare.
(805) Se in un mazzo di carte è nascosta una carta vincente, vale la pena mescolare le carte, prima di estrarne una a caso (nella speranza ovviamente che sia quella vincente), oppure no? Se rispondiamo di sì, nella vita siamo degli inguaribili ottimisti, fiduciosi nelle nostre capacità e qualità; se rispondiamo di no, siamo degli imperdonabili fatalisti, che hanno dimenticato che la vita è fatta anche di divertenti illusioni e spassosi giochi di prestigio.
(806) Voler ricucire un’amicizia risalente ad un lontano passato (terminata in armonia a causa delle diverse strade della vita che ognuno di noi è destinato a seguire), sarebbe come afferrare due rami di una pianta, avvicinarli con forza tra loro fino a congiungerli e poi di colpo mollare la presa, pretendendo che continuino a rimanere uniti. Le strade della vita si inoltrano nel cronotopo seguendo percorsi ben precisi, che quasi mai coincidono con le nostre aspettative, con i nostri desideri.
(807) Preorganizzazione costringente subconscia alimentata da informazioni provenienti dal futuro: trattasi di quella strana sensazione che ti obbliga ad assumere determinati comportamenti e a compiere determinate scelte, senza comprenderne il motivo; salvo poi scoprire a distanza di un certo lasso di tempo, che senza tali scelte e comportamenti, determinati avvenimenti nel futuro non sarebbero mai potuti accadere.
(808) In ogni posto che visitiamo a questo mondo, lasciamo una parte di noi stessi; una parte che a volte vorremmo fisicamente andare a riprenderci, quando i bei ricordi purtroppo, non ci soddisfano più.
(809) “Che il Dharmacakra possa accompagnare per sempre la vostra vita!”, esclamò il viandante rivolgendosi ad un gruppetto di tre individui, fermi lungo una strada a discutere tra loro. Uno di loro, non conoscendo il significato di quella frase, pensò subito ad una sorta di anatema e imprecò verso il viandante; un altro, anch’egli ignorante sul significato dell’espressione in questione, non vi attribuì alcuna accezione negativa e rimase in silenzio, scordandosi dopo qualche istante persino di averla udita. L’ultimo invece, tornato a casa, cercò subito di informarsi sul significato del termine Dharmacakra e dunque di capire il senso di quella misteriosa frase pronunciata poco tempo prima dal viandante. Comprese presto che si trattava di un buon augurio e si rasserenò. Nel mondo esistono solo queste tre tipologie di persona; ed è il motivo per cui facciamo fatica a rapportarci e a comprenderci gli uni con gli altri. Ascoltare attentamente, approfondire, riflettere e infine capire, costa fatica. Il nostro sarà anche il migliore dei mondi possibili, ma a parer mio, alcuni limiti possono essere ricalibrati a nostro favore, semplicemente lavorando di più su noi stessi.
(810) L’unico modo che abbiamo per capire se ci stiamo inoltrando in una polemica di impronta costruttiva oppure distruttiva, è evitare di tacere quando sentiamo la necessità di parlare. Se incappiamo in una polemica a carattere distruttivo, avremo comunque imparato qualcosa in più su noi stessi e sui nostri limiti; esattamente come accadrebbe incappando in una polemica di impronta costruttiva, ma con dei risvolti più incisivi.
(811) L’intento di un essere umano raggiunge la più alta probabilità di sfociare in un evento concreto desiderato, solo quando si rapporta ad oggetti inanimati. L’intento di spostare un’automobile perfettamente funzionante (libera da qualsiasi ostacolo circostante che ne impedisca il movimento) di cui disponiamo le chiavi, ha maggior probabilità di successo rispetto allo stesso intento, dove invece le chiavi, sono in mano a qualcun altro. Senza la cooperazione con l’altrui intento, poco o nulla di ciò che desideriamo, nella vita, riusciremmo a realizzare.
(812) Credo di aver capito a cosa sia dovuta la mia smisurata curiosità di ascoltare e apprendere le storie di vita delle persone che incontro sul mio cammino e con le quali instauro una certa amicizia. È il fascino. Il fascino dell’impensabile, di tutto ciò che nella vita delle persone accade quasi sempre secondo schemi altamente improbabili e dunque per tale motivo, difficilmente immaginabili. Più è grande il mio stupore di fronte a storie che hanno quasi dell’incredibile e più accresce la mia brama di conoscerne altre; il fascino di un destino, che ha sempre più fantasia di noi, mi lascia tutt’altro che indifferente.
(813) Alcune “fasi della vita” (compiti) le avvertiamo inconsciamente (sesto senso) quando stanno per giungere al termine. A tal punto si crea una sorta di momentaneo “senso di vuoto” in cui la nostra mente inizia a “sintonizzarsi” su altri orizzonti, su altre prospettive e possibilità che la vita potrebbe offrirci; è il momento in cui accettiamo di buon grado qualsiasi cambiamento, camminando a testa alta verso una realtà ignota che pian piano prende forma, fino a rimanerne inghiottiti in un’ennesima fase della vita. Se siano o meno a tal punto gli ultimi compiti che siamo tenuti a svolgere, lo possiamo solo intuire, ma mai sapere con certezza.
(814) Ci adeguiamo ad usi e costumi della società in cui viviamo, con la stessa facilità con cui ci adeguiamo alle varie innovazioni tecnologiche. Chi non segue le tendenze e va per la sua strada, viene spesso considerato dal volgo come un disadattato, un asociale. Si compie una scelta coraggiosa nel momento in cui si opta per l’anticonformismo; ovvero per la salvaguardia della propria libertà di esprimersi, in ogni ambito della sfera umana. Se l’emarginazione sociale ne è la diretta conseguenza, occorre sfruttarla al meglio per guadagnare tempo ed investirlo in attività che possano gratificare nel presente chi le mette in atto e nel futuro, forse, chi le ha sempre ritenute stupide ed insignificanti.
(815) Se davvero esiste una persistenza della memoria di vite passate, allora in ciò potremmo trovare una giustificazione per le cose da cui siamo attratti, per la serenità e la pace interiore che ci offrono i luoghi e gli ambienti che in base ai comuni canoni stereotipati di bellezza, in molti tenderebbero a definire squallidi e privi di elementi in grado di suscitare emozioni positive. Forse siamo davvero ciò che eravamo, in un presente legato ad un remoto passato di cui abbiamo perso ogni traccia, ma che continua ineluttabilmente ad influenzare la nostra vita.
(816) L’uomo è dotato di razionalità: serve a distruggere tutti i sogni di vivere in un mondo migliore e ad abusare del termine utopia per dipingere sempre e solo a tinte fosche, il quadro della nostra apparente squallida natura. Dietro ad una misera coerenza che non smettiamo mai di ostentare, si celano beate tutte le nostre colpe; contente di poter continuare a sopravvivere e persistere, in miliardi di menti ignare delle loro reali potenzialità.
(817) Troppo spesso ci imponiamo dei limiti e ciò lo chiamiamo razionalità. L’uomo ha paura del caos, fin dalla notte dei tempi. Ha paura che la realtà possa sfuggirgli di mano, di perdere il controllo su sé stesso, su tutto e su tutti. Costruiamo gabbie per la mente pensando che ciò possa proteggerci da un destino caotico e quindi per ciò, pericoloso. Ma in duemila anni di storia abbiamo prodotto solo guerre, povertà e carestie; mentre parallelamente, lo sviluppo scientifico e tecnologico continua ad illuderci di essere, a questo mondo, la specie “vincente”. Forse, almeno sulla questione del metodo, aveva ragione Feyerabend: “La scienza è un’impresa essenzialmente anarchica: l’anarchismo teorico è più umanitario e più aperto a incoraggiare il progresso che non le sue alternative fondate sulla legge e sull’ordine”.
(818) Al filosofo meditabondo occorre la massima disponibilità di tempo e informazione, affinché sia in grado di elaborare, partorire e diffondere le sue idee. Egli non trasforma e non costruisce nulla attorno a sé; tuttavia, l’energia che egli muove dentro sé stesso, a lungo termine cambia il mondo e il modo di pensare di intere civiltà.
(819) Se potessimo riavvolgere il nastro della nostra intera vita (per poter compiere delle scelte diverse da quelle compiute in passato), fino a raggiungere dei momenti ben precisi della nostra esistenza, sceglieremmo quasi certamente delle biforcazioni fondamentali; dei momenti in cui le nostre scelte hanno in seguito forzatamente condizionato, tutto il resto della nostra vita. Tuttavia, per ogni possibile scelta alternativa che andremmo a compiere, dovremmo anche poter osservare l’evoluzione di ogni nuovo sistema che andrebbe a crearsi (di cui ovviamente faremmo parte). Ebbene se ciò fosse possibile, sono convinto che veramente in pochi, cambierebbero le carte del proprio destino; alcuni, paradossalmente, non lo farebbero nemmeno nella certezza di una vita nel disagio e nella sofferenza. Siamo troppo legati a ciò che la vita ha fatto di noi, per poter pensare di essere qualcos’altro; di vivere una vita, che in sostanza, non ci apparterrebbe.
(820) Le idee: vi è un tempo per esprimerle e un tempo per diffonderle. Saper bilanciare questi due tempi in modo ottimale, migliora i ritmi della nostra vita all’insegna di una saggezza d’origine ignota ma essenziale.
(821) Non potrò mai impazzire; non sono abbastanza intelligente per poter godere di questo privilegio. Posso solo diventare sempre più stupido… per mia fortuna.
(822) L’eternità ci suggerisce che non dovremmo avere paura di nulla. La vita invece ci costringe ad ignorare tale suggerimento, per farci capire che nelle nostre fragilità e debolezze, sta la vera nobiltà d’animo.
(823) L’unica via di fuga dalla prigione della mente, si trova al confine tra la vita e la morte. Ma solo in pochi osano spegnere la luce, prima che la musica sia finita, onde poter udire l’urlo della farfalla.
(824) In questa vita non voglio rubare la scena a nessuno. Voglio solo sedermi su un palcoscenico in mezzo al deserto e giocare con i miei pensieri, in compagnia di pochi ma buoni amici.
(825) Per fortuna nella vita tutto è irripetibile; altrimenti vivremmo in una costante aberrazione, la cui tossicità risiederebbe nella ciclicità degli eventi.
(826) La vita senza ironia, è una nave alla deriva il cui equipaggio tenta di fare rotta per la terraferma, ma senza riuscirci, poiché accecato da un eccesso di saggezza.
(827) Un messaggio che non parte, un’arma che si inceppa, un’automobile che non si avvia, etc… sono eventi talmente improbabili da farci credere che a volte a cambiare radicalmente il nostro destino, siano delle vere e proprie forze sovrannaturali.
(828) Più strane e senza tempo ci appaiono le cose che facciamo nella vita e più grande è il nostro coinvolgimento con tutto ciò che ci circonda.
(829) Credo di aver finito i compiti, ma non ne sono certo. Provo a lasciarmi andare un po’; se nulla mi spinge nuovamente sugli stessi binari, significa che è giunta l’ora di provare a volare, libero da qualsiasi percorso prestabilito.
(830) Al mondo ci sono governi e ci sono popoli. Un governo cattivo non è mai la conseguenza di un popolo cattivo. Mentre i popoli cattivi esistono solo nell’umana immaginazione; per cui non saranno mai la conseguenza di alcun governo cattivo. I cattivi governi invece… sono un’altra cosa.
(831) L’entità del disagio psicologico causato da una fulminea disillusione, è direttamente proporzionale all’intensità con cui abbiamo creduto, pieni d’aspettative, in qualcosa che pensavamo avrebbe cambiato in meglio la nostra vita, ma che per nostra fortuna o sfortuna, non lo ha fatto. [Fortuna e sfortuna le metto sempre sullo stesso “piatto”, in quanto su un ristretto (ma non sempre, a volte sono anche relativamente lunghi) arco temporale, sono indecidibili. Ogni evento negativo potrebbe servire da “aggancio” per un successivo evento positivo. Rimane inoltre il fatto che gli eventi negativi debbono essere interpretati come insegnamenti per la vita. Le somme occorrerebbe tirarle sempre e solo verso la fine della nostra esistenza terrena]
(832) La vita è quell’abito su misura fatto apposta per ognuno di noi, che quasi tutti ritengono essere troppo largo o troppo stretto, poiché quasi mai si soffermano ad osservare sé stessi, sotto quel tessuto che facilmente potrebbe rendersi trasparente.
(833) I desideri che non riusciamo in alcun modo ad appagare, sono la malta tra i mattoni che formano i muri per noi invalicabili. Senza di essa, basterebbe una semplice spinta per farli crollare; la cui forza necessaria si ottiene annullando proprio quei desideri, che ci tengono in ostaggio.
(834) Quando il pensiero razionale si ostina a voler contrastare le scelte compiute dall’inconscio, significa che stiamo vivendo con la paura di vivere, nella speranza di poter evitare qualcosa che ci ha già scelti, che ci ha già segnati.
(835) Nelle pieghe del tempo si celano i migliori momenti della nostra vita, affinché non possano scivolare fuori, sul resto di una tela che ne impedirebbe il risalto del loro ricordo.
(836) Siti in corpi inconsapevoli della loro esistenza, i demoni cercano altri demoni, mentre gli angeli cercano altri angeli. Ecco perché in amore l’attrazione non ha spiegazioni razionali; perché la sua matrice ultima appartiene ad una dimensione per noi insondabile.
(837) Capiamo d’essere in pace con noi stessi, solo nel momento in cui avvertiamo di bucare lo spazio che stiamo osservando, attraversandolo con la certezza d’essere più leggeri dell’aria.
(838) Se pensi d’aver sbagliato rotta, perché non vedi mai nulla all’orizzonte, ricorda sempre che la Terra è un globo, che le distanze da percorrere sono enormi, che la nostra vista è limitata e che nebbia e nuvole ci mettono sempre un certo lasso di tempo per diradarsi.
(839) Vi sono individui che innalzano scudi contro l’odio nei loro confronti e individui che innalzano scudi contro l’amore nei loro confronti. I primi lo fanno per tutelare sé stessi, mentre i secondi lo fanno per tutelare coloro che hanno avuto la brutta idea di amare la persona (per loro) sbagliata.
(840) Di fronte al nostro operato (per quanto a fin di bene possa essere) le persone, o ci amano, o ci detestano, oppure rimangono indifferenti. Chi ci ama ci sostiene, chi ci detesta ci rafforza e chi invece rimane indifferente, attende solo d’esser ricambiato con la stessa moneta.
(841) È molto difficile credere nei miracoli; per un ateo credo sia quasi impossibile. Tuttavia, se egli vi riuscisse, non necessariamente abbraccerebbe subito la fede, ma in qualche modo verrebbe comunque spinto tra le braccia di Dio.
(842) Se ritieni che i periodi più belli della tua vita siano stati quelli contrassegnati da una grande spensieratezza, hai avuto indubbiamente il privilegio di poterli vivere e dunque, la fortuna di conoscere la beatitudine, attraverso dei regali che la vita ha voluto offrirti, semplicemente per essere stato ciò che sei realmente, senza filtri o maschere d’alcun tipo, in una società fatta solo di regole, limiti e stereotipi d’ogni genere.
(843) Sappiamo che le necessità del corpo possono mutare in funzione dei cambiamenti della mente, ma difficilmente accettiamo che le necessità della mente possano mutare in funzione dei cambiamenti del corpo. Da sempre sopravvalutiamo la mente e sottovalutiamo il corpo, ma entrambi giocano un ruolo straordinario, nel determinare il cammino della nostra vita.
(844) L’idea che noi abbiamo un’anima, che oltrepassi la soglia dell’inconscio e del pensiero razionale e che stabilisca a priori tutte le scelte e decisioni che prendiamo nella vita, si fa sempre più marcata e convincente in me. È l’unico modo che abbiamo per risolvere il mistero di tutto ciò che di folle e sconsiderato compiamo nella vita, agli occhi di chi non è in alcun modo in grado di comprenderci.