3927238In questo breve saggio, Intilla ci conduce attraverso uno dei più recenti e controversi paradigmi in campo scientifico: quello dell’Universo Digitale; dove ogni elemento della realtà a noi circostante (compreso noi stessi), nella sua “matrice ultima”, risulta essere costituito da pura Informazione. Il libro contiene inoltre, la versione aggiornata di un articolo in cui l’autore si propone di dare una spiegazione a carattere puramente scientifico ai concetti di anima e “reincarnazione”, attraverso la teoria termodinamica dell’Informazione. Tale articolo, intitolato “Dalla teoria dell’Informazione al concetto di Anima”, ha riscontrato una notevole popolarità sul web, rimanendo a tutt’oggi, uno degli approcci più complessi e significativi all’eterna questione della “vita dopo la morte”.   ACQUISTA 

Intervista all’autore (di: Aracne Editrice)   

Recensioni:

ignazio_licata“Carissimo Fausto, hai fatto una bella rassegna sulla fisica dell’informazione, molto ben documentata e scritta in egual misura con densità e fluidità. Ci sono solo due appunti che posso fare. Il primo, e più importante, è che gran parte, se non la totalità del libro, prende in considerazione i qbit, mentre da qualche anno è sempre più forte la percezione che lo schema di Turing è un po’ come una gabbia per l’informazione. Si cerca un approccio diverso ( lo faccio io, ma lo fanno anche Rasetti, Vitiello ed altri, a volte assieme ed altre no) all’informazione quantistica. Il mio, ad esempio, sviluppato con D. Fiscaletti , è un approccio geometrico, basato sulla possibilità di trasformare i vincoli formali di un problema in vincoli fisici costruiti ad hoc. In questo caso “computare” significa semplicemente far evolvere il sistema dinamicamente in cerca del suo ground state. E’ quello che ha fatto Tien Kieu con il decimo problema di Hilbert e la computazione quantistica adiabatica. Si hanno in questo caso possibilità ipercomputazionali e risposte probabilistiche. Sulla base dell’esperimento ideale di Tien Kieu, io ho proposto di costruire una geometria (in genere è quella di Weyl) per misurare informazione (di Fisher) che ci dica quanto il potenziale quantico si è “deformato” in quella specifica situazione sistemica. Quella è la misura geometrica dell’informazione. Naturalmente si può raccordare ai qbit pensando che la superficie è fatta di densità di qbit, ma non è necessario. In questo caso la novità sta proprio nella possibilità di avere risposte “globali” del sistema, anche se di tipo probabilistico, e per di più ipercomputazionali, che sfruttano al massimo le risorse quantistiche peculiari senza distruggerle, come entanglement, sovrapposizione e dissipazione quantistica. In particolare quest’ultima caratteristica (la dissipazione) ci conduce verso una formalizzazione ancora più potente, basata non sulla semplice Meccanica Quantistica, ma sulla Teoria Quantistica dei Campi (QFT)! A tutti gli effetti, la teoria di Vitiello del Quantum Brain descrive come la dissipazione di un sistema lasci la “traccia” di questo nell’ambiente in un accoppiamento strutturale irreversibile. Sarebbe stato interessante prendere in considerazione anche questi approcci. C’è anche la faccenda della scala di Planck (credo che la visione di Paola Zizzi sia da prendere come un affascinante “toy model” ), ciò che conta è che comunque l’informazione quantistica non è fatta per essere conteggiata a la Turing nel meso e macroscopico, immaginiamoci a quella scala, dove una visione ancora troppo “locale” (a cellette) ci impedisce forse di comprendere la gravità quantistica. Credo insomma che a quel livello dobbiamo rimettere in discussione i tradizionali concetti e rapporti tra continuo e discreto. E veniamo all’anima, non mi tiro indietro, ben venga la speculazione, e detto tra noi negli intervalli dei convegni di fisica non ci si limita certo su ellissi intellettuali e congetture “folli” . Come sai, io discuto sempre con piacere con Frank Tipler, di cui tu riprendi la teoria informazione/anima, ma la trovo forzata e non necessaria dal punto di vista scientifico. Cosa ci assicura che l’informazione accumulata dal sistema sopravviva alla fine dell’organismo che la ospita? Forse sono troppo aristotelico per prendere in considerazione questo dualismo, in ogni caso, a tutt’oggi non c’è nulla che ci permetta di sostenere una congettura su questo tipo di “conservazione informazionale”. In ogni caso, bisognerebbe riformularla almeno in termini di QFT dissipativa, in modo da legare cognizione e fisica. Ma a questo punto forse i teologi resterebbero perplessi, perché per loro l’anima non è semplicemente l’informazione strutturata dai processi cognitivi ed emotivi individuali ! Quello che trovo davvero debole è il caso di Cameron, perché si esce dal tono teorico mantenuto e si propone un singolo caso che andrebbe indagato e documentato diversamente, resterebbe comunque la possibilità che la spiegazione stia altrove e non può comunque da solo sostenere una visione teorica. Capisco che in un libro di alta comunicazione c’è sempre il bisogno di un momento narrativo, però personalmente lo trovo un po’ dissonante con il resto. Queste sono soltanto piccole e povere osservazioni che nulla tolgono al tuo utilissimo e bel libro. Colgo l’occasione per ringraziarti della bella lettura e per fare gli Auguri di Buone Feste a te e ai tuoi cari!” Ignazio Licata. (20.12.2012)
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oscar“Caro Fausto, grazie per avermi dato l’opportunità di leggere e recensire il tuo libro (per il momento ancora inedito, ma suppongo che sia già in fase di pubblicazione). Il capitolo che ho letto con più interesse, è indubbiamente quello intitolato “Dalla teoria dell’Informazione al concetto di Anima”; che a mio avviso rappresenta il nocciolo, l’idea centrale e fondamentale di partenza, grazie alla quale è possibile mettere in correlazione tra loro, tutte le altre argomentazioni contenute nel libro. Ma veniamo al dunque. Come ormai è ben saputo, dopo Einstein tutto è energia. Ci vuole energia per cancellare un bit di informazione, pertanto esiste una stretta correlazione tra informazione ed energia. L’informazione si conserva sempre, come l’energia del resto (“nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”, informazione compresa). Sono d’accordo con te sul fatto che tutto è Informazione, in questo Universo; pertanto nel campo di informazione dinamica, potrebbe essere contenuta l’anima: principio trascendente dell’essere. Ma noi conosciamo solo l’informazione codificata; cosa sia l’informazione pura non è ancora chiaro a nessuno. In un mio articolo ho cercato di definire l’informazione come una correlazione tra stati fisici possibili. Occorre un osservatore per dare significato all’informazione. Una melodia è un’invariante per le diverse possibili codifiche, pertanto l’anima potrebbe essere un’invariante per le sue diverse manifestazioni fisiche; in particolare esisterebbe un mondo psichico fatto di ricordi, in cui l’anima potrebbe esistere.

Supponiamo di avere due osservatori con le rispettive rappresentazioni mentali e un canale di comunicazione (scambio di informazioni). L’informazione codificata e inviata lungo il canale di comunicazione viene interpretata dall’osservatore che la riconosce sulla base del contenuto della propria rappresentazione mentale. Il messaggio (evento) viene associato all’informazione più simile presente nella mente. Se il messaggio consiste in una melodia occorre che tale melodia sia presente anche nella rappresentazione dell’ascoltatore per poter essere riconosciuta. Una melodia si forma nella mente dopo averne fatto esperienza diretta. Una melodia viene astratta dai dati sensibili dopo di che diviene un oggetto di pura informazione. Il momento contingente del divenire (onfene), viene informato dall’anima (principio trascendente dell’essere). Lo spirito di un uomo è innato e si forma quando lo spermatozoo feconda l’ovulo materno. Il crossing-over (miscuglio) di geni fornisce la matrice dell’anima che nascerà: un essere unico ed irripetibile. Dal momento della nascita inizia la formazione del carattere: una interazione continua tra l’individuo e il suo ambiente. La vita può essere intesa come informazione che si conserva nonostante l’ambiente cerchi di distruggerla.

Mi rendo conto che una tale rappresentazione della realtà, definita da questo nuovo paradigma della fisica moderna (dove tutto può essere inteso fondamentalmente come pura informazione, nei suoi vari stati ed aspetti comuni e meno comuni), non sia per nulla facile da accettare, sia per i profani che per gli “addetti ai lavori”; ma di sicuro il tuo libro, grazie alla semplicità e alla trasparenza che caratterizza il tuo stile, con cui riesci a scrivere in forma divulgativa anche i principi e le teorie più complesse della fisica (e non solo), potrà rappresentare un ottimo punto di partenza per tutti coloro che vorranno approfondire questo nuovo paradigma, accennato da Wheeler e colleghi parecchi decenni orsono, poi decaduto, ed infine tornato in auge solo in quest’ultimo decennio”. Oscar Bettelli (22.07.2012)