Quello del fisico iraniano-americano Shahriar Sadigh Afshar, è un esperimento che negli ultimi dieci anni (il primo esperimento di Afshar, risale infatti al 2001), ha suscitato infinite critiche e dibattiti vari nella comunità dei fisici, poiché sembrerebbe inficiare le basi stesse del principio di complementarità di Niels Bohr. Con questo breve saggio sull’esperimento di Afshar, Intilla ha cercato semplicemente di raccogliere una serie di critiche nei confronti dell’esperimento in questione, elaborate (spesso con grande rigore matematico) da diversi fisici (alcuni famosi, altri un po’ meno), con l’unico scopo di dare al lettore interessato all’argomento in questione, un quadro un po’ più nitido e completo di come attualmente fisici e filosofi, tendano a volgere il loro sguardo verso l’intramontabile principio di complementarità. ACQUISTA
RECENSIONI:
“Hi Fausto,
I was able to read a little of what you wrote on my papers, by translating it on line. Thank you for your interest in my work. I would note that Flores’ attempt to rebut my points does not work. He tries to use recoil momentum as a which-way measurement, but he doesn’t take into account that the photon can be in a superposition of momentum states, just as it can be in a superposition of ‘which slit’ states. Best regards, Ruth Elinor Kastner “ (28.11.2012)
Estratto della Prefazione (a cura del Prof. Luigi M.Caligiuri):
“(…) È forse superfluo sottolineare che l’esperimento in questione, condotto per la prima volta nel 2001 dal fisico iraniano-americano Shahriar Afshar presso l’IRIMS di Boston, suscitò fin da subito reazioni contrastanti, dividendo la comunità scientifica in detrattori e sostenitori dell’interpretazione dei risultati sperimentali dell’esperimento; i quali, con motivazioni più o meno valide (egregiamente sintetizzate nel saggio di Intilla), intendevano fornire rispettivamente elementi critici o a supporto dei risultati di Afshar. Per la verità i detrattori, in molti casi spinti più dal timore della messa in discussione del proprio status quo accademico che da un autentico spirito di ricerca di comprensione e verità, bollarono sostanzialmente l’esperimento come un “flop”, dichiarandone false le conclusioni, mentre numerosi emeriti scienziati, aperti al confronto e alla messa in discussione di un’ortodossia palesemente problematica e necessitante di ulteriore comprensione ed approfondimento, trovarono molto interessante quanto sostenuto dal fisico iraniano, utilizzando i suoi risultati come spunto per lo svolgimento di ulteriori ricerche.
Del resto, segni importanti dell’insufficienza dell’interpretazione di Copenaghen si erano già manifestati con largo anticipo molti anni prima dell’esperimento di Afshar, costituendo i presupposti delle interpretazioni alternative a quella di Bohr. Interpretazioni principalmente riassunte nella cosiddetta (…tra l’altro interessantissima) “Teoria a Molti Mondi” (MWI) della meccanica quantistica (che nega il collasso della funzione d’onda, inglobando la funzione d’onda dell’osservatore in un’unica funzione d’onda che comprende osservato ed osservatore). Oppure, per citarne solo un’altra tra le più famose, nell’altrettanto affascinante “Interpretazione Transazionale della Meccanica Quantistica” (TIQM), espressa in termini di sovrapposizione di onde di probabilità ritardate (provenienti dal passato) ed anticipate (provenienti dal futuro!). Interpretazioni entrambe foriere di profonde implicazioni, non solo in riferimento alla ricerca della tanto agognata “Teoria del Tutto”, ma anche, ad esempio, ad uno dei misteri più intriganti ed affascinanti di tutti i tempi: quello rappresentato dall’eventuale (…nonché reale) possibilità di “viaggiare” nel tempo!
Senza rivelare qui ulteriori dettagli sul tema del saggio che segue, evitando così di privare il lettore del piacere di acquisirli dalla lettura dell’ottimo saggio di Intilla (che, con costante rigore scientifico ma con linguaggio al contempo accessibile, ne spiega i presupposti, i metodi ed i risultati), mi limiterò ad osservare che (a prescindere dal verdetto finale sul risultato dell’esperimento, a tutt’oggi ancora dubbio), grande merito del volume è indubbiamente da rintracciarsi nella riproposizione urgente e forte (attraverso un argomento originale, interessante e forse a molti poco noto), del tema dell’insufficienza dell’interpretazione ortodossa della meccanica quantistica e della necessità dunque di rivederne profondamente i presupposti (possibilmente alla luce di teorie più ampie, all’interno delle quali potranno essere chiariti definitivamente i punti oscuri che oggi la caratterizzano). Un saggio dunque altamente stimolante ed interessante che ripropone all’attenzione della comunità scientifica, ma anche del comune lettore curioso e smaliziato, una riflessione profonda e necessaria sui fondamenti della fisica contemporanea”. Luigi Maxmilian Caligiuri (14.03.2013) – Prefazione integrale