Descrizione
Da quando Galileo e Newton affermarono che la natura è scritta in linguaggio matematico, il numero è diventato il baluardo di ogni certezza, in un mondo dove le certezze in genere tendevano a dissolversi. Ma che cos’è il numero stesso? In questo libro Barrow conduce il lettore dapprima attraverso i sistemi di computo delle più antiche ed eterogenee culture, in una sorta di iniziazione all’entità prima, il numero, della quale vuole cogliere la natura. Prosegue poi esaminando la posizione delle tradizionali scuole (formalisti, convenzionalisti, intuizionisti) che continuano a confrontarsi sui fondamenti della matematica. Infine, lascia intravedere una possibile, nuova prospettiva del platonismo.
AUTORE:
John David Barrow (Londra, 29 novembre 1952) è un cosmologo inglese, professore di matematica all’Università di Cambridge. Laureatosi in Scienze Matematiche all’Università di Durham, ha conseguito il dottorato in astrofisica all’Università di Oxford nel 1977, specializzandosi quindi a Berkeley. Autore di centinaia di articoli e di decine di saggi tradotti in ventotto lingue, è considerato uno dei maggiori esperti al mondo della moderna ricerca cosmologica. Vicino alle tesi di Roger Penrose e Paul Davies riguardo al rapporto tra universo e coscienza, Barrow ha esplorato a fondo alcune delle questioni più spigolose della cosmologia contemporanea contribuendo a sfatare molti tabù degli scienziati in questo campo: il concetto di infinito, la Teoria del tutto, il destino dell’universo e la sua origine, i particolari rapporti numerici che stanno alla base del cosmo e della vita umana. Circa quest’ultimo punto, Barrow, con il suo fondamentale lavoro Il principio antropico, ne ha realizzato la prima completa teorizzazione, e sempre più spesso se ne discute in filosofia e teologia. Nel 2002 ha scritto per il teatro lo spettacolo Infinities che ha esordito al Teatro Piccolo di Milano, poi a Valencia, conseguendo il Premio teatrale Ubu 2002 come spettacolo dell’anno. Nel 2006 è stato insignito del Premio Templeton per “i suoi scritti sulla relazione tra la vita e l’universo, e sulla natura della consapevolezza umana [che] ha prodotto nuove prospettive sulle questioni centrali riguardo alla scienza e alla religione”. (Fonte: Wikipedia)
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