Opere – Vol. 14 – Mysterium coniunctionis

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Carl Gustav Jung

  • Traduttore: M.A. Massimello
  • Editore: Bollati Boringhieri
  • Collana: Gli Archi
  • Anno edizione: 1998
  • Pagine: 663 p., brossura

Esaurito

COD: PSI/NEU-61 Categorie: ,

Descrizione

In quest’opera, summa del pensiero junghiano sull’alchimia, l’autore si propone di approfondire la problema tica dell’Arte regia” trattandone l’aspetto centrale, ossia l’unione e il superamento degli opposti. Come indica il loro motto Solve et coagula, gli alchimisti ritengono che ‘l’essenza della loro arte stia, da un lato, nella separazione e nella soluzione e, dall’altro, nella combinazione e nella coagulazione”. Per essi si tratta quindi di una condizione iniziale in cui si combattono tra loro forze e tendenze contrapposte e, insieme, di un procedimento che dovrebbe essere in grado di ricondurre nuovamente a unità gli elementi e le proprietà a loro ostili, che in precedenza erano stati separati. Nel pensiero junghiano la Coniunctio rappresenta evidentemente un’immagine archetipica umana che – raffigurata come “nozze mistiche” o chimiche – esprime la più intima nostalgia dell’uomo, abbia essa carattere erotico, religioso o anche tecnico-chimico. Si tende dunque a unire ciò che è separato e, attraverso questa unione, il singolo perviene a qualità superiori, raggiunge cioè la totalità e l’individuazione. Il processo esteriore – si tratti di un’operazione tecnica o di un atto religioso – diviene l’espressione simbolica di un fatto psichico interiore, che si manifesta anche nei sogni e nelle fantasie dell’uomo moderno, come Jung aveva già dimostrato nel suo scritto Psicologia e alchimia (1944). Nei tre capitoli di questo secondo tomo, Jung tratta del coniugium spagiricum, delle “nozze chimiche”, di con scio e inconscio, simboleggiati dalle figure di Rex e Regina e di Adamo ed Eva, per giungere infine a delineare quella che – come si precisa nella Premessa di Luigi Aurigemma – “ai suoi occhi costituisce l’esperienza interiore più autentica e di maggiore interesse vissuta dagli alchimisti (…), il tentativo dì concretizzare la loro ricerca della pietra dei Filosofi, della veritas, andando oltre I’unio mentalis, e cioè la pura e semplice unione (…) di ragione e sensibilità”. Superando l’unio mentalis e l’unio corporalis (l’unione di mente e corpo), gli alchimisti miravano a raggiungere un terzo stadio più elevato: l’unione tra individuo e mondo, tra l’elemento personale e quello collettivo, unione che trova paralleli nel mysterium ineffabile dell’unio mystica in Occidente e nel samadhi o nel satori in Oriente. Nel pensiero junghìano tale esperienza trova la sua analogia nel processo di individuazione, tramite il quale il singolo riesce a realizzare sé stesso restando in sintonia con i valori collettivi, che trascendono la personalità dell’lo.

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Peso 0.700 kg

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